Testa di Polifemo con dente di narvalo
Jacques Canonici (1948)
XX secolo, Terracotta (testa di Polifemo), dente di narvalo
Il ciclope Polifemo, appena acciecato da Ulisse e dai suoi compagni, emette un sordo grido di disperazione e tormento. Nella scultura, al posto del tronco appuntito di ulivo, la testa in terracotta di Polifemo è trafitta da un poderoso dente di narvalo lungo più di due metri. Creduto dal Medioevo fino al primo Cinquecento il rarissimo corno dell'unicorno dai poteri afrodisiaci e adottato spesso come contravveleno, l'oggetto divenne presto una curiosità delle più ricercate da esporre nelle Wunderkammer, le stanze delle meraviglie che venivano allestite a partire dal tardo Rinascimento per mettere in mostra oggetti esotici, raccolte di animali, pietre preziose e strumenti scientifici. Sotto al volto straziante del mostro, in mise en abyme, la scena viene ripresa con il ciclope sdraiato a terra, brutalmente svegliato e trapassato da Ulisse (le braccia dell'eroe e il tronco appuntito sono andati perduti in seguito a danneggiamento). Nel 2000, per reggere la zanna dell'unicorno marino, Franco Maria Ricci commissionò all'artista francese Jacques Canonici (1948) un supporto in terracotta che l'artista modella con malleabilità, rendendo alla perfezione la consistenza della carne del gigante.