Vanitas (con libri e civetta)
Giuseppe Maria Crespi detto lo Spagnolo (1665-1747), ambito di Scuola bolognese
XVIII secolo, Olio su tavola
Il dipinto è opera del grande artista bolognese Giuseppe Maria Crespi, uno dei protagonisti della cultura artistica europea dagli anni Ottanta del Seicento al quarto decennio del secolo dei Lumi. Autore della celeberrima Libreria (Bologna, Museo della Musica), il Crespi si misurò con il genere della natura morta probabilmente anche in altre opere, non ancora riconosciute. L’assegnazione all’artista di questa suggestiva vanitas, di materia densa e corposa, è immediata per la qualità della resa pittorica, nel rilievo delle forme dato da pennellate spesse, i toni del colore tra l’ocra e il marrone con lo squillo del verde così tipico alla tavolozza del bolognese, e lo scambio audace di ombre e luci. Anche la resa del soggetto rimanda alla fervida fantasia del pittore, che sul libro squadernato ha effigiato un teschio e una civetta, entrambi Memento mori: ma la corona di alloro che incornicia il teschio rimanda all’eternità della fama, e l’uccello dalle ali spiegate, sacro a Minerva, dea della sapienza, rivendica l’aspirazione all’immortalità.