Vanitas con teschio e libri
Pierre Skira (1938)
XXI secolo, Pastello su carta
Il cuore della pratica di Skira risiede nel saggiare costantemente le potenzialità espressive del medium impiegato: a partire dal 1975 adotta il pastello come tecnica d’elezione, con cui si volge ad un genere di cui è profondo conoscitore, la natura morta. Skira sottopone infatti i suoi libri ad un gioco di infinite variazioni sul tema: con la meditata attenzione richiesta dalla tecnica impiegata, l’artista costruisce architetture spesso precarie di rilegature consumate e pagine increspate, per offrire allo sguardo una pluralità sorprendente di forme ed effetti tonali, addirittura tattili. La natura morta della Collezione Franco Maria Ricci è animata dal contrasto tra i due grandi libri che dominano lo spazio della rappresentazione: alle pagine agitate del tomo aperto fa da contrappunto il volume compatto della copertina rossa sottostante, mentre un nastrino celeste spezza il predominio dei toni bruni. Lo schema adottato è tipico degli anni Duemila, quando al motivo del libro vengono aggiunti teschi e strumenti musicali rendendo di fatto l’opera una Vanitas.