Orario invernale: 9.30 – 18.00 | Ultimo ingresso: 16.30 | Biglietteria aperta fino alle 16.30

Orario invernale: 9.30 – 18.00 | Ultimo ingresso: 16.30 | Biglietteria aperta fino alle 16.30

ORHAN PAMUK.
Parole e Immagini

18 Novembre 2023 - 17 Marzo 2024

A cura di Edoardo Pepino
Progetto di NEO (Narrative Environments Operas)

Il Labirinto della Masone accoglie per la stagione autunnale una nuova grande mostra dedicata allo scrittore Orhan Pamuk, premio Nobel per la Letteratura nel 2006, e alla sua inedita produzione grafica.

Da più di dieci anni, giorno dopo giorno, Pamuk popola di parole e immagini le pagine dei suoi taccuini: di questi, dodici verranno esposti e commentati in un percorso scenografico, reale e spettacolare insieme.

Oltre a essere presenti in mostra, i preziosi taccuini verranno infatti raccontati dall’autore medesimo in un documentario-intervista inedito, e approfonditi grazie a proiezioni che porteranno i visitatori ad immergersi nel mondo dello scrittore turco.

Fino ad oggi queste immagini colorate, spesso oniriche, sono rimaste sconosciute anche agli estimatori più attenti dell’opera di Pamuk.
La notorietà come scrittore, infatti, prevale su questa sua dote pittorica (corredo privato che rischiava di rimanere destinato ad amici e ai familiari); ma il mezzo grafico si è rivelato necessario per esprimere concetti che solo con le parole non sono dicibili né sostenibili: l’esigenza di scrivere e disegnare insieme, affollando il limitato spazio della pagina vuota, è la premessa di una pratica artistica istintiva nella quale letteratura, pensiero e disegno si completano.

Le prime illustrazioni risalgono al 2009 e le ultime a quest’anno, poiché la sua produzione grafica continua ininterrotta ogni giorno: poesia visiva, atmosfere sognanti e note di viaggio si alternano tra le pagine dei taccuini, “filtrate” dal mondo interiore di Pamuk.
Emerge una profonda conoscenza della tecnica del disegno, così come profonda è la meditazione sugli artisti del passato, che l’autore conosce bene.
Molte volte da scrittore ha ribadito il suo apprezzamento nei confronti di figure come Anselm Kiefer, Raymond Pettibon, Cy Twombly verso i quali da disegnatore ha mostrato il suo debito: in tutti questi casi il gesto e spesso la parola diventano elementi fondamentali della composizione.

Nella prima sala della mostra, i taccuini scelti dall’autore insieme al curatore verranno esposti aperti, mostrando una selezione delle immagini più significative. Schermi digitali forniranno, poi, una visione più completa del loro contenuto, permettendo a ciascun visitatore di muoversi pagina dopo pagina tra le numerosissime illustrazioni, ingrandendole e leggendone i testi tradotti.
La videoproiezione di un’intervista inedita a Orhan Pamuk, allestita nella seconda sala, permetterà di addentrarsi nella poetica del romanziere, approfondendo il rapporto tra parola e immagine.

L’ultima parte del percorso espositivo conduce il pubblico in una dimensione più intima.
L’allestimento della terza sala si ispira infatti alla casa dello scrittore-artista, da sempre un punto privilegiato di osservazione su Istanbul, la sua città, e sui mondi che racchiude.
I paesaggi di Pamuk non sono quasi mai, infatti, raffigurati dalla posizione di chi vi sia immerso: esiste una separazione fra l’occhio sul mondo e il mondo stesso, e le finestre diventano così l’elemento chiave, soglia che si apre su una realtà prossima e distante allo stesso tempo.
Sei schermi accostati e leggermente sovrapposti uno all’altro, a evocare idealmente le finestre dell’abitazione, proietteranno immagini dei taccuini alternate a immagini fotografiche e note da diario, in un rimando continuo di sogni e accadimenti. Memoria e immaginazione si fonderanno così in un linguaggio fatto di accostamenti, di sensazioni, di ricordi, di bianco e nero e colore.
Tappeti turchi “grandi e pesanti”, come quelli che Pamuk stesso descrive nei suoi ricordi, sono infine disposti nella sala: metafora del profondo radicamento alla dimensione personale dell’autore, inviteranno il visitatore ad accedere al suo mondo interiore, sedendosi e osservandolo.

In occasione della mostra, Moleskine – in collaborazione con Franco Maria Ricci – celebra il gesto premuroso e riflessivo di far scorrere la penna su una pagina bianca attraverso una edizione speciale e limitata. Un “catalogo concettuale” della mostra, che ognuno potrà compilare da sé usando la scrittura a mano, gesto universale e allo stesso tempo fortemente personale. Oggi il taccuino Moleskine è riconosciuto come icona della cultura contemporanea, simbolo di una continua staffetta creativa tra epoche, culture e persone, erede e successore del taccuino leggendario usato da artisti e pensatori negli ultimi due secoli, così come lo utilizza oggi Orhan Pamuk.